
Il Consorzio di Tutela Etna DOC esprime profonda perplessità e netto dissenso nei confronti della recente decisione dell’Unione Europea di destinare fondi alla promozione e al sostegno del settore vitivinicolo del Sudafrica.

Una scelta che appare incoerente e contraddittoria, soprattutto in un momento storico in cui le imprese agricole e vitivinicole europee, italiane e siciliane in particolare, affrontano sfide enormi legate alla crisi climatica, all’aumento dei costi di produzione, alla concorrenza internazionale e all’incertezza normativa.
“Questa misura rappresenta un delirio politico e culturale,” afferma Maurizio Lunetta, Direttore del Consorzio Etna DOC. L’Europa dovrebbe sostenere le proprie denominazioni, i territori che custodiscono biodiversità e storia, i produttori che investono in sostenibilità e qualità. Al contrario, si scelgono scorciatoie geopolitiche che disorientano i consumatori e mettono a rischio l’identità agricola del continente”.
Duro anche il commento del Presidente Francesco Cambria: “Finanziare la filiera vitivinicola sudafricana significa indebolire le nostre. È una visione miope e autolesionista. Le Denominazioni europee non chiedono privilegi, ma coerenza. È inaccettabile che proprio chi dovrebbe difendere i nostri prodotti, le nostre comunità rurali e le nostre eccellenze, scelga di sostenere economie esterne in un settore strategico e così identitario”.
Il Consorzio Etna DOC, che rappresenta una delle aree viticole più prestigiose e complesse d’Europa, sottolinea come questa scelta si inserisca in una più ampia “deriva di involuzione” delle politiche comunitarie, sempre più lontane dalla realtà delle imprese agricole e dall’equilibrio tra innovazione e tutela.
In un momento in cui si dovrebbe rafforzare il modello europeo basato sulle Indicazioni Geografiche, sulla tracciabilità, sulla qualità certificata e sul legame col territorio, destinare risorse pubbliche al sostegno di economie vitivinicole esterne equivale, nei fatti, a delegittimare anni di impegno, sacrificio e investimenti del comparto agricolo continentale. Il Consorzio auspica che la Commissione Europea riveda al più presto questa decisione e ritorni a una linea coerente, chiara e coraggiosa a difesa del vino europeo, dei suoi territori e dei suoi valori.