Ribolla Gialla Gravner, Foto di Alvise Barsanti

Lo sguardo affacciato alla finestra: tre pioppi, una vigna e lo scenario che muta nelle stagioni pur restando uguale è Oslávia, Località Lenzuolo Bianco. 

Un’immagine che non lascia indifferenti: talvolta la attraversa un trattore o un cavallino pezzato, in un video si sentono le rondini garrire. Siamo a casa dei Gravner, in provincia di Gorizia al confine con la Slovenia, è da qui che iniziano le giornate di Mateja Gravner.

Figlia di Josko Gravner, Mateja è la generazione “cuscinetto” come si definisce lei stessa, quell’anello essenziale che congiunge nonno e nipote in un dialogo che dalla vigna si trasferisce facilmente su altri piani.

Le anfore di Gravner, Oslávia Loc. Lenzuolo Bianco (GO). Foto di Alvise Barsanti

«Mantenere qualità significa essere sul campo e non cedere alle lusinghe delle scorciatoie. La nostra è un’attività nella quale tutto è connesso ed è importante fare un passo alla volta – racconta Mateja alla vigilia del suo viaggio in Sicilia da Zash, il country boutique hotel di Riposto (CT) che la ospiterà per una cena con degustazione dedicata ai vini e al lavoro di famiglia – stiamo allestendo una novità: è in preparazione un giardino di anfore, attorno ad esse ci saranno alberi ed erba. Siamo curiosi di osservare se il vino si comporterà allo stesso modo anche in esterna e siamo pronti a ricevere quello che la natura ci darà».

Una trasformazione lenta, cauta e rispettosa ispira il clan dei Gravner eppure è proprio il cambiamento uno dei più grandi insegnamenti che Mateja ha ricevuto da papà Josko. 

«Non aver paura di cambiare è ciò che più ritrovo nell’esempio pratico di mio padre. Bisogna prendersi il rischio di affrontare il nuovo: esaminarlo e prendere soltanto il meglio – spiega la viticoltrice friulana – è una buona pratica che alla lunga diventa un esercizio intuitivo. I giovani si stanno muovendo in questa direzione: c’è una grande consapevolezza, c’è l’interesse e la voglia di fare scelte, di recuperare. Molto di questa nuova coscienza parte dalla tavola. Il vino è stato anticipatore di questa ricerca partendo avvantaggiato poiché ‘vestito’, l’etichetta trasferisce al commensale delle informazioni che sono già uno spunto; mentre farine, pasta, conserve, fanno più fatica a dire chi sono e da dove vengono ma c’è un’attenzione diversa e sempre più sensibilità».

Indissolubilmente legata alla Ribolla Gialla l’autoctono dei colli friulani, la produttrice sarà celebrata il prossimo 20 maggio da Zash nella sua straordinaria presenza con un menù speciale* creato ad arte dallo Chef etneo Giuseppe Raciti, una ricca proposta tagliata su misura per esaltare i vini agricoli firmati da Gravner.

*Menù

Ventresca di tonno”alla brace”

Melanzana affumicata, salsa Teriaki e verdure crude

Ribolla 2014

Pollo “de Bresse”

Mortadella, tartufo, asparagi, piselli e finferli

Ribolla 2011

Tortelli di pasta all’uovo

Stracotto di maiale, brodo Dashi e parmigiano

Ribolla 2007

Chateaubriand di manzo

Bernese al burro nocciola, salsa Stroganoff, patata e bietola

Breg Rosso 2007

Fragola, pistacchio, pan speziato e vaniglia

Di Valeria Lopis

classe 1979, nata all’ombra del vulcano, il vino e la biodiversità dell’Etna sono i primi naturali contatti con il mondo enologico che la travolge e la appassiona sin da piccola. Giornalista, Donna del Vino e sommelier con un palato goloso e curioso che la spingono verso viaggi del gusto, nei quali a essere assaporato è anche il paesaggio

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