Una degustazione di vino per celebrare il poeta e scrittore siciliano legandolo indissolubilmente alla terra natia e sfatando quella che è considerata una delle più resistenti fake news letterarie.

La questione è spinosa: la documentazione ufficiale riporta la nascita di Quasimodo a Modica (RG) dove il padre nel 1901 (anno di nascita del poeta) svolgeva servizio di capostazione, dato esatto ma non esaustivo. «Il luogo delle radici è sempre stato Roccalumera, qui Quasimodo ha trascorso infanzia e giovinezza, periodi di formazione e di maturità» ha spiegato all’apertura della masterclass l’avvocato Carlo Mastroeni del Parco Letterario Salvatore Quasimodo.

Un ricco patrimonio letterario che grazie all’impegno delle istituzioni e alla cittadinanza attiva si riconnette alla comunità del messinese. Ed ecco servito il parallelo cavalcato con ispirazione e bravura lo scorso 8 gennaio nel plesso dell’Antica Filanda di Roccalumera dall’amministrazione comunale e dalla delegazione taorminese dell’Associazione Italiana Sommelier: un incontro per assaporare versi e vini legati alla fertile provincia di Messina e non solo.

Giornalista, critico letterario e autore teatrale, traduttore e Premio Nobel per la letteratura nel 1959, Quasimodo è stato omaggiato con la vivacità ampelografica delle Eolie, del Faro, del Mamertino e con altri vini siciliani che hanno camminato sul filo di un percorso sulle tracce della fine arte letteraria.

Il figlio Alessandro, intervenuto da remoto, ha ricordato il padre come un modesto bevitore: per lo più appassionato di Malvasia e Lambruso, vini goderecci che gli capitavano al pasto.

Il vino però ha attraversato la vita dell’intellettuale roccalumerese in modo letterario, appunto. È nelle traduzioni dei classici che esso diventa un tema per Quasimodo che lo ha intenzionalmente investito nella trasposizione italiana di un’inafferrabile fuggevolezza al contempo mezzo di evasione e condivisione.

La degustazione: 7 vini per Quasimodo

L’appuntamento a metà tra la degustazione guidata e il seminario letterario, ha goduto di 7 assaggi commentati da Gioele Micali giovane sommelier a capo della delegazione AIS Taormina.

Ecco la batteria completa tra etichette dedicate e vini di areali cari al poeta:


1 – Cantine Valenti “Poesia” Etna Rosato D.O.C. 2020

Rosato tenue caratterizzato da un aspetto brillante e luminoso. Al naso spiccano la croccantezza dei frutti rossi e di boccioli di rosa. Vino proveniente da uve di Nerello Mascalese della vigna Corvo, situata a Nord dell’Etna. Dirompente freschezza e buona acidità, sensazioni esaltate da viva mineralità e sapidità.


2 – Az. Agricola Pianogrillo “Curva Minore” Cerasuolo di Vittoria D.O.C.G. 2021

Rosso rubino striato di gioventù purpurea, olfatto speziato nel quale emerge una piacevole nota di carruba, all’assaggio armonico e coerente con un sorso strutturato e di sapore, finale sapido.


3 – Cantine Patria “Linea dei Sensi” Pinot Noir Sicilia D.O.C. 2021

Rosso rubino dalle tipiche trasparenze del Pinot, naso che evoca sensazioni legnose, emerge netta una nota di canfora. Al palato la gioventù del vino si annuncia in modo impattante, spiccata acidità contrastata da un tannino che chiede ancora tempo per modellarsi.


4 – Gaglio Vignaioli “Don Tindaro” Mamertino Rosso D.O.C. 2015

Blend tipico della denominazione Mamertino Rosso: 60% Nero d’Avola e 40% Nocera. Olfatto dalla trama complessa giocata su note scure di radici e sboffi di resina. All’assaggio il tannino scandisce la degustazione, struttura e corpo accompagnati da un’equilibrata tannicità.


5 – Az. Agricola Bonfiglio ” …ed è subito sera! ” Faro D.O.C. 2015

Rubino ammantato e fitto dall’olfatto floreale e fruttato di fiori secchi e sciroppi di frutta, prevalgono sensazioni di caramello che evolvono al calice in note terziarie di tabacco e cacao. Bocca sfaccettata e beva terrosa, presenza tannica potente, finale salato. Vino di sole e di sale che conserva il calore delle argille e dei venti del faro del Nord Est siciiano: connotazione fortemente territoriale.


6 – Az. Agricola A Pinnata “Punta Aria ” Malvasia delle Lipari Passito D.O.C. 2016

Prezioso già dal colore: toni evocativi dell’oro e dell’ambra, aspetto cristallino e sfaccettato di luce come un diamante. È la Malvasia numerata – solo 1.333 bottiglie nell’annata ’16 – e passita di Mauro Pollastri, Presidente del Consorzio Malvasia delle Lipari e produttore con il marchio Punta Aria. Il naso è un’inesauribile sinfonia di zenzero candito e frutta martorana, richiami erbacei di capperi e di eucalipti, viaggia nelle note aromatiche di questo vino una macchia mediterranea marina e vegetale al tempo stesso. In bocca è equilibrato, la dolcezza è misurata e contemperata da una straordinaria e freschissima sapidità. Molto persistente.


7 – Az. Agricola Armosa – “Ayn ” Grappa di Nero d’Avola

Altra declinazione del trasformista Nero d’Avola, dalle vinacce dell’autoctono siciliano nasce questo nettare il cui naso e palato convergono armonicamente in un assaggio di velluto ad alta intensità di percezioni. Un’interpretazione purista del maestro distillatore Giovanni La Fauci fondatore della Distilleria Giovi .

Il servizio è stato curato dalla delegazione AIS Taormina. Gianluca La Limina segretario AIS taormina e delegato AIS Sicilia ha seguito il coordinamento organizzativo. All’occasione sono intervenuti alcuni dei produttori coinvolti e personalità delle istituzioni e della cultura:

  • Natia Lucia Basile – Assessore alla Cultura del Comune di Roccalumera
  • On. Pippo Lombardo – Consigliere Regionale
  • Avv. Carlo Mastroeni del Parco Letterario Salvatore Quasimodo
  • Prof. di Lettere Antiche Maria Raffaella Villari dell’I.I.S. Caminiti
  • Interventi musicali di Maria Micali, maestro in pianoforte

Di Valeria Lopis

classe 1979, nata all’ombra del vulcano, il vino e la biodiversità dell’Etna sono i primi naturali contatti con il mondo enologico che la travolge e la appassiona sin da piccola. Giornalista, Donna del Vino e sommelier con un palato goloso e curioso che la spingono verso viaggi del gusto, nei quali a essere assaporato è anche il paesaggio

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